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autore
brano
 
Cicerone
Contro Catilina, I, 12
 
originale
 
[12] Nunc iam aperte rem publicam universam petis, templa deorum inmortalium, tecta urbis, vitam omnium civium, Italiam [denique] totam ad exitium et vastitatem vocas. Quare, quoniam id, quod est primum, et quod huius imperii disciplinaeque maiorum proprium est, facere nondum audeo, faciam id, quod est ad severitatem lenius et ad communem salutem utilius. Nam si te interfici iussero, residebit in re publica reliqua coniuratorum manus; sin tu, quod te iam dudum hortor, exieris, exhaurietur ex urbe tuorum comitum magna et perniciosa sentina rei publicae.
 
traduzione
 
12 Ma ormai attacchi apertamente tutto lo Stato; vuoi portare alla totale distruzione i templi degli d?i immortali, gli edifici di Roma, la vita di tutti i cittadini, l'Italia intera. Perci?, dal momento che non oso ancora fare quel che sarebbe urgente e rientrerebbe nei poteri della mia carica e nella tradizione degli antenati, prender? un provvedimento meno severo, ma pi? utile alla sicurezza comune. Se infatti ti condanner? a morte, rimarr? nello Stato il gruppo dei congiurati. Ma se tu, come ti esorto da tempo, te ne andrai, la citt? si liberer? dei tuoi numerosi e infami complici, fogna dello Stato.
 

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